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DA LUNEDI’ 5 A SABATO 10 GIUGNO – PELLEGRINAGGIO DELLA CROCE –

Celebrazione della Parola per le carceri della Regione Calabria –

PEREGRINATIO CRUCIS CALABRIA

Questo toccante pellegrinaggio del Crocifisso, che interesserà anche altri istituti penitenziari della Repubblica, ha come scopo quello di lanciare un messaggio di speranza ad andare avanti a cercare ciò che è perduto, ma soprattutto per esortare gli smarriti di cuore che il Signore è venuto nel mondo non per giudicare ma per perdonare, e per guarire e fasciare le ferite causate dal male.

La Croce vuole ricordare a ogni uomo che Dio ci ama e noi tutti siamo preziosi ai suoi occhi.

Questo segno della nostra redenzione, vuole portare coraggio e luce in ogni cella, vuole rialzare chi e caduto, vuole raggiungere tutti con la forza della speranza, invitando i carcerati a non rassegnarsi mai, ma a ribellarsi ad una vita sciupata nella violenza che porta solo alla morte del cuore, alla distruzione di un rapporto con la società civile e al rinnegamento degli affetti familiari.

La Croce della Misericordia vuole essere un simbolo che possa indurre i molti, ad essere misericordiosi come è misericordioso il Padre Celeste.

Papa Francesco ha invitato i detenuti a mettersi davanti al Crocifisso, fissando lo sguardo di Gesù con semplicità e con sincerità, con lo stesso spirito e atteggiamento di San Francesco dicendo: “Signore, cosa vuoi che io faccia”.

Il Cristo ci invita alla conversione, ci invita a spezzare le catene del male, ci invita a riparare il male commesso, ci invita a non chiudere “in cella la speranza”.

Davanti al Cristo crocifisso, come il buon ladrone del Vangelo gli diciamo “ricordati di me”, non dei miei peccati, non del male che ho seminato, ma ricordati che tu sei Misericordia.

La Croce che entra nelle carceri non deve interpretarsi come messaggio di buonismo, ma deve invece essere percepita come un importante simbolo di fede che accompagni il detenuto nel riconoscere le sue responsabilità, attraverso una revisione critica del passato, ripetutamente compromesso con il male, cercando di vivere la carcerazione come un’opportunità di conversione e di pentimento.

Il Cristo, che varca le porte delle carceri, vuole portare nel cuore dei reclusi la vera libertà, affinché si convertano nel bene, e il bene possa vincere sul male.

Entra bussando alla porta del cuore dei ristretti e con amore e tenerezza li ammonisce, invitandoli alla conversione. Cristo non tace di fronte al male, il suo è uno sguardo che ama e corregge.  Questa Peregrinatio Crucis che varcherà i molti luoghi di solitudine e di sofferenza, accompagnata dai Cappellani, religiose e volontari, vuole anche ricordare a tutti noi, come viene riportato nel libro dei Proverbi, che anche “Il giusto cade sette volte” (Pr. 24,16) e a nessuno è consentito di giudicare solo con la logica umana, perché tutti siamo deboli e peccatori.

Cristo Crocifisso, per noi che lo porteremo all’interno degli istituti di pena, é l’Icona che ci rammenta il grande amore di Dio per l’umanità, e allo stesso tempo ci vuole anche far riflettere sui molti innocenti ancora rinchiusi nelle celle che attendono una risposta dalla giustizia umana.

Entra nelle carceri per liberare l’uomo dal suo ergastolo interiore, invitando alla speranza e al “diritto di ricominciare”.