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Domenica 9 febbraio 2025

9.2.25 domenica

QUINTA DOMENICA

Lc. 5, 1-11

Sulla tua parola, getterò le reti

Come aveva preannunciato nel primo capitolo del suo vangelo, (1,1-4), Luca, narra gli episodi salienti dell’infanzia di Gesù, vissuta nella famiglia di Nazareth, “dove cresceva in età sapienza e grazia, sottomesso ai suoi genitori”, con un messaggio quanto mai necessario alla famiglia umana, anche ai nostri giorni.

Il racconto che Luca, nei capitoli successivi nel suo vangelo ci propone, come ha annunciato, in premessa, sono stati scritti per farci comprendere sempre meglio, la persona di GESÙ, i contenuti della sua predicazione durante tutta la sua vita pubblica, e le sue opere, fino ai giorni della sua passione, morte e resurrezione, per credere e fare esperienza intima di Lui.

La reazione degli scribi e dei suoi concittadini dopo nella sinagoga di Nazareth, e per il quale è stato costretto a scappare verso cafarnao, sua nuova dimora, segna la rottura definitiva tra la dottrina tradizionale, e degli scribi e dei farisei, e l’immagine del Dio misericordioso e benevolo di cui, Lui, il vero messia, è la reale, autentica e totale incarnazione.

Da quel momento Gesù rivolge la sua predicazione alle folle di tutti coloro che lo cercano, in quanto vivono momenti di delusione e di solitudine, seguendo una dottrina fondata sulla giustizia retributiva di una legge, la TORÀ, più che sull’amore di un “Dio misericordioso e grande nell’amore“.

Per questo, Gesù, decide di andare incontro e parlare” alla folla che gli faceva ressa, per ascoltare la “SUA” parola, lungo il “mare” di Galilea, presso il lago di Genèsaret.

Gesù per questo inizia la sua predicazione, in una regione malfamata, la Galilea e molto problematica dal punto di vista sociale, economico e morale, a gente che vive ormai lontana dal tempio e dai tradizionali luoghi di culto, come oggi, alla luce del vangelo, potrebbero essere i “luoghi” di una chiesa chiusa in sé stessa, incapace di dialogare e dare speranza e fiducia ad ogni uomo, anche se vive apparentemente lontano e senza Dio.

Una realtà che il Vangelo rappresentata nell’immagine del mare (pelagus mare profondo), in cui sussistono i pericoli, il male morale, la disperazione, e la morte, come avviene anche oggi realmente nel nostro mare, e nelle guerre, in cui perdono la vita, migliaia di bambini e di persone disperate, in cerca della loro sopravvivenza.

Proprio lì in questo mare “Gesù vide due barche accostate alla sponda, e i pescatori che erano scesi e lavavano le reti“, disoccupati e senza fiducia nella vita, per potere ricominciare.

In questa situazione, “Gesù Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca“.

Comincia così da parte del maestro, la ricerca di persone concrete, che lo aiutino nella sua missione, uomini scelti proprio tra gente disperata, e di cui Pietro, insieme ai suoi fratelli, gli apostoli, diventa il collaboratore principale, ai quali affiderà il compito di continuare la sua opera, nella chiesa in cui viviamo oggi, il papa, i cardinali ed i vescovi.

     “Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».

Nonostante tutte le delusioni, le discordie ed i fallimenti in cui vive lo stesso Pietro, ed oggi anche la chiesa istituzionale, Gesù comanda di ricominciare senza stare fermi, ma gettando le reti, su presupposti, strumenti e metodi diversi, fondati sull’autorità della sua PAROLA, IL VANGELO, che deve essere l’unica “LEX FUNDAMENTALIS ECCLESIAE“.

Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli.

Anche oggi, nella chiesa di Cristo, non si può pretendere di vivere ed operare da soli, ma in nome e con la forza di una comunità, “popolo di DIO“, di tutti i battezzati, in unione con Cristo, e lontani da monopoli dottrinali, giuridici, amministrativi ed economici.

            Da questo comando del maestro e da questo modo di operare, “Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare”.

            Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore» ……ma Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».

Parola del Signore  

                                                                                                   Don Silvio Mesiti